Soltanto una preghiera dell’ultima sera a casa, prima di partire. Nient’altro.
nastro rosa
Serie 2. Kintsugi Project – Scatto d’autrice #3
Ci voglio andare così, sul lettino sotto le luci bianche della sala operatoria: mezza nuda, la testa rasata, animo vacanziero, il sorriso pacifico e indulgente di chi sa bene che, in questo teatro dell’assurdo, non ci sono guerre da combattere né santi con cui prendersela, e che non a ogni cosa va trovato un senso.
Serie 2. Kintsugi Project – Scatto d’autrice #2
Il corpo sa tutto. Sul corpo accadono battaglie o miracoli, albe e tramonti. No, in effetti, non è nemmeno l’ipotesi del dolore post-operatorio a darmi pensiero. È l’idea della perdita. Non è un braccio ciò che perdo, non è un rene, non è un dito. È un seno.
Serie 2. Kintsugi Project – Scatto d’autrice #1
Bisogna inventarsi giochi ogni giorno, fare ciò che ci piace, creare con quello che abbiamo, mettersi in cuore una cosa bella per ogni cosa brutta che ci accade, come a bilanciare con il sale un brodo sciapo, con lo zucchero il caffè puro se ci è troppo amaro. Ma è più di questo, molto di più: è espandere dove il dolore ci riduce.
Serie 2. Nasce il Kintsugi Project
Il Kintsugi – letteralmente “riparare con l’oro” – è una tecnica di restauro inventata da ingegnosi ceramisti giapponesi, probabilmente nel XV secolo, per riparare tazze rotte. Il Kintsugi Project è la pulsione di vita con la quale rispondo alla pulsione di morte. È la volontà di ricordarmi com’era il mio corpo, quando non sarà più com’è adesso.
Serie 1, post #26. L’ultimo taxolo
Ultima chemioterapia. 16 cicli in tutto, da aprile a settembre: 4 bisettimanali di EC in regime “dose-dense” e 12 settimanali di taxolo. È ora di ringraziare.