Primo ottobre. Inizia oggi il mese più rosa dell’anno. Per questo, dopo due lunghi mesi di pausa, torno con la mia rubrica Nastro Rosa su Riviera Oggi.

Stavolta parlo del lavoro di Michela Murgia, di un saggio ancora imprescindibile di Susan Sontag, e di quanto mi sono stufata di leggere ovunque tutta una retorica della malattia oncologica.

Ecco un passo dell’articolo:

“Il brutto male, il male incurabile, il bastardo, il maledetto, il nemico, l’alieno: si ricorre ancora oggi, e sempre di più, a tutta una nomenclatura dell’innominabile, opportunamente corredata dal lessico della difesa (la lotta, la battaglia, la guerra) e dalla creazione di eroine ed eroi (guerrieri, combattenti), martiri e santi di un’epica della sofferenza punitiva, mandata sulla terra dal destino. Fatela finita. A ottobre, fate gli screening gratuiti e rileggete Susan Sontag”.

Forse ho un po’ esagerato i toni. Dev’essere perché quest’ottobre fa un anno che mi hanno tolto “il brutto male”, e quindi sono in vena di schiamazzi.

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