eritrodisestesia

L’eritrodisestesia palmo-plantare (EPP) è un effetto collaterale della capecitabina.

Una lettura a caso nel web mi conferma quanto già anticipato dalla mia oncologa prima di iniziare i cicli:

A volte viene riportata anche come sindrome mano-piede, eritroderma palmo-plantare o eritrema acrale da chemioterapia. Solitamente si manifesta da 2 a 12 giorni dopo l’esposizione al farmaco, anche se il momento di insorgenza può variare da 24 ore a mesi. Esordisce in genere con una sensazione di formicolio e bruciore ai palmi delle mani e, meno frequentemente, alle piante dei piedi (EPP di grado 1) seguiti, nel giro di pochi giorni, da eritema e gonfiore intensi, simmetrici e ben demarcati, spesso più pronunciati nella parte interna delle falangi distali (EPP di grado 2). Il fastidio e il dolore che ne derivano possono interferire con le attività quotidiane del paziente.

Da: informazionisuifarmaci.it/eritrodisestesia-palmo-plantare-da-capecitabina-833

«Mi prudono le mani»

«Mi prudono le mani» mi risulta essere un’espressione idiomatica per dire che hai voglia di menare a qualcuno. O no?

A me oggi prudono le mani. Ho moltissima voglia di menare a qualcuno, sul serio, ma credo che, nel mio caso, il prurito sia dovuto al fatto che sono al secondo ciclo di capecitabina: proprio oggi, ho iniziato ad avvertire un formicolio ai palmi delle mani. Potrebbe finire qui, oppure potrebbe finire in piaghe e ulcere.

Googlando, mi imbatto in un articolo di Wayglo Basilicata, dove leggo che:

In Basilicata questo fastidioso problema non ha soluzioni ma, una risposta. Il responso proviene da antiche credenze popolari che non lasciano spazio a fraintendimenti: se a prudere è la mano destra, il destino prevede che si dovrà prendere qualcosa, ma cosa? O soldi, nella migliore delle ipotesi, oppure mazzate, nelle peggiori (come si dice in dialetto o sciot o palat!). Se a prudere, invece, è la mano sinistra, allora i Sciot o i palat, non si prendono ma si danno!

Da: basilicata.wayglo.it/scheda/le-mani-che-prudono-sono-portatori-di-novita-buone-o-cattive-questo-e-da-scoprire/

Mi prudono entrambe le mani

Digitando “sindrome mano piede capecitabina”, le immagini che trovo su Google mi fanno venire voglia, come prima cosa, di stapparmi una birra. Come seconda cosa, di dotarmi di una fiaschetta da viaggio da tenere sempre con me, riempita di vodka. Meglio ancora: bottiglietta di plastica in macchina, riempita di vodka che sembra acqua. Io credo che prima o poi lo farò, come Amy Adams in Sharp Objects, un’inquietante serie tv che ho visto di recente.

Di Amy Adams che interpreta la giornalista alcolizzata Camille Preaker non possiedo (più) né i capelli lunghi, lucenti e bellissimi (caduti nella primavera dell’anno scorso con la prima serie di chemioterapie), né le cicatrici su tutto il corpo (ma, dal 24 ottobre 2023, solo quella altrettanto significativa sul seno destro, con la quale faccio comunque la mia porca figura senza ricorrere a sadiche pratiche di autolesionismo).

Però, attualmente, del personaggio ho i fianchi generosi e una buona propensione a “buttarla in vacca”. I primi mi sono venuti nell’ultimo paio di mesi, fregandomene stavolta del piano alimentare della nutrizionista oncologica che vietava zuccheri e lieviti. La seconda, la propensione a buttarla in vacca, ce l’ho da un pezzo: sta solo peggiorando.

Secondo me, fra un altro paio di cicli di capecitabina, farò più paura degli incubi e delle visioni di Camille Preaker. E non potrò nemmeno dire che quelle che ho sulle mani sono stimmate, essendo io estranea a ogni teologia e mistica cristiana.

Non c’è consolazione alcuna, per noi non credenti.