kintsugi project 5

Nella notte tra il 27 e il 28 gennaio di quest’anno ero in macchina sulla A14, di ritorno da una serata di tango a Pescara. Da anni, le autostrade sono il luogo dei miei piccoli dispiaceri, dei presagi e degli incontri con un futuro minaccioso che prima o poi diventa un presente doloroso: abbandoni, fughe, litigi, disfatte, ritorni. Scoperte.

La memoria del primo incontro con il cancro al mio seno destro è tattile. Non sapevo ancora che era un cancro quando l’ho sentito sotto i polpastrelli delle dita mentre mi grattavo svagatamente sotto l’ascella, nel punto esatto della sua tana: duro, compatto, acquattato sul lato esterno del seno destro. Non una pallina, non un sassolino, non un cecio: una massa nemmeno così piccola, di forma allungata e annodata come uno scampolo di corda di juta.

Avrei scoperto presto che ciò che sentivo sotto le dita era un carcinoma mammario infiltrante G3 che cresceva velocissimo: un po’ più di un paio di centimetri a febbraio; ad aprile, quando ho iniziato la chemioterapia neoadiuvante, i centimetri erano 6.
I 16 cicli di chemioterapia non ne hanno ridotto la mole fastosa, ma ne hanno contenuto la baldanza e punito l’arroganza. Hanno punito anche il resto di me, ma questo era, come si dice, un male necessario.

Poi è arrivato il tempo dell’attesa: della perdita, del distacco, del cambiamento. Il tempo della mia mastectomia.

I cinque testi del Kintsugi Project hanno raccontato, insieme alle fotografie di Barbara Di Cretico, gli ultimi giorni prima della partenza per l’Ospedale San Raffaele di Milano.

In viaggio per Milano, adesso, guardo oltre il vetro del finestrino e rido ripensando al saluto di un attimo prima con mia nonna Agnese, 85 anni, stenosi spinale, e poca dimestichezza con certo linguaggio informale.

– Amore di nonna, tanti, tantissimi auguri.

– Nonna, – le ho risposto, – mi devi dire “In culo alla balena”, altrimenti va male.

Lei mi ha guardato con quei suoi occhi acquosi grigio-blu e ha provato tutta assennata e fiduciosa:

– Il culo e la balena.

No, nonna, – ho scandito meglio, – IN culo ALLA balena!

Lei ha ripetuto un po’ controvoglia. Io allora ho alzato l’asticella:

– E come si risponde? Speriamo che non…?

– Speriamo che non serva.

– Che non cachi, nonna! Che non cachi!

– Che non serva.

Martedì 24 ottobre 2023, con un pennarello indelebile, tracceranno sul mio seno destro linee e punti per marcare “la sede chirurgica”: luogo del taglio, dove verrò separata da lui. Ne avrò subito un altro, in silicone, ma il mio è questo che ho ancora per poco: malato per sorte, violato da aghi, delicato come me. Qualche settimana fa, per lo shooting fotografico del Kintsugi Project, la creatività e la sensibilità di Mariangela Palatini lo hanno fatto fiorire.

È questo l’ultimo scatto con cui concludo la serie delle cinque foto di Barbara Di Cretico, la fotografa che ama il reportage e la verità dei corpi, senza la quale non avrei potuto dare vita al progetto così come ce l’avevo in mente: documento, testimonianza, memoria, gioco, creazione, voce di donna tra le donne.

Porto con me in sala operatoria un nuovo amuleto: uno stralcio di poesia, talismano di parole da recitare a bassa voce, solo per me, prima di addormentarmi e rifiorire.

Dice così:

“Sarai fiera messaggera di bellezza, rispetto e ricchezza.
Diventa donna tra le donne, apprendi, trova un maestro, una ‘abuela’ o mille, purché il tuo cuore canti e sia libero. Sarai maestra di te stessa, la gratitudine aprirà i tuoi orizzonti ed entrerà luce”.

Zaira Zingone, “Ode (2)”, in “Andai nei boschi”, Catartica Edizioni 2020, p. 38

Shooting Credits:


Kintsugi Project e Ottobre mese rosa

Ottobre è il mese della Campagna nazionale Nastro Rosa di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro per sostenere la ricerca sul tumore al seno.

Ottobre, per me, è anche il mese del mio intervento di mastectomia.

È anche il mese in cui nasce il Kintsugi Project, che inaugura la seconda parte di PinkInk Series. La prima parte di PinkInk Series, invece, è dedicata ai mesi della chemioterapia.

Kintsugi Project: come farne parte

In queste settimane sto raccogliendo le testimonianze di altre donne che hanno o hanno avuto un cancro al seno. Queste testimonianze faranno parte del Kintsugi Project in ogni luogo in cui il progetto troverà accoglienza.

Grazie a chi ha già risposto al mio invito e grazie alle altre che si faranno avanti.