Dopo il giorno zero
Tagliati i capelli, è ora di cominciare a provare facce nuove, per fare conoscenza.
Una dermopigmentazione delle sopracciglia per controbattere con fierezza alla loro caduta annunciata.
Prove di turbanti, e legature ancora tutte da migliorare con la pratica. Grossi, esuberanti orecchini di merletto per rassicurare il collo imbarazzato, ora sguarnito di capelli.
Una fascia vezzosa al braccio sinistro per coprire e proteggere il catetere venoso centrale (PICC) impiantato due giorni fa: un tubicino, accoccolato dentro la mia vena migliore, che dal bicipite arriva vicino vicino al cuore, centro di ogni energia d’amore.
Qui, attraverso questo lungo ed esile ponticello fra il dentro e il fuori, a partire da domani e per i prossimi sei mesi il mio corpo accoglierà le infusioni di carboplatino e altri spietati miscugli.
Ieri sera, in compagnia dei miei amici di una vita, ho onorato la mia ultima cena a base di sushi e vino bianco: se ne farà a meno per un po’.
Ogni rito di passaggio è compiuto.
Non rimane che lucidare lo scudo, con il coraggio di Ettore e la furia di Achille.