Pia Pera è stata una scrittrice, slavista e traduttrice dal russo e dall’inglese, morta all’età di sessant’anni, nel 2016, quattro anni dopo uno spiacevole incontro con la Sla (sclerosi laterale amiotrofica). Nata a Lucca, vissuta soprattutto a Milano, a un certo punto della sua vita intensa, colta, irrequieta e urbana, Pia si rompe le palle e vuole silenzio, poche persone e tanta natura.
Serie 1, post #10. Amuleti contro la paura
È la prima volta che ho paura. Mi sento come una bambina che piagnucola dal pediatra. O come un cane che guaisce dal veterinario, se si preferisce. La paura è cosa di umani e di bestie, non fa distinzione. E nemmeno va raccontata con parole sentimentali: è un’emozione semplice, innata, primordiale.
Il cervello memorizza un’esperienza spiacevole, la identifica come un pericolo e fa di tutto per non averci più niente a che fare e mettersi in salvo. Semplice.
Serie 1, post #9. Come Michela Murgia
Ieri ho saputo del carcinoma renale di Michela Murgia. Ho visto sui social il video del taglio dei capelli, ho letto l’intervista di Aldo Cazzullo dello scorso 6 maggio sul Corriere della Sera. I miei capelli sono andati via durante il fine settimana. Non tutti, non insieme, non nello stesso posto. Anch’io, alla fine, li ho rasati come ha fatto Murgia – con clamore e seguito minori.
Serie 1, post #8. Espellere o evacuare?
Sto bene. Lo dice la mia oncologa. Ho il sangue perfetto (giusto il fegato ha avuto qualcosa da ridire nelle ultime due settimane, ma fesserie! Il fegato, lo stiamo a sentire solo se comincia a dare i numeri sul serio, e sul serio significa che questi numeri devono arrivare a 100, altrimenti cazzo ce ne frega).
Serie 1, post #7. Testa rasata
Ieri ho iniziato ad avvertire un formicolio al cuoio capelluto. Una specie di indolenzimento alla radice dei capelli, simile a quel fastidioso doloretto che prova chi li ha abbastanza lunghi, subito dopo averli sciolti e liberati da un’acconciatura tirata e severa.
Serie 1, post #6. Vita in reparto
In fila per la diligente routine del paziente oncologico, ci sono altre persone con un cancro a caso. Le donne, quasi tutte ce l’hanno al seno come me. Ci guardiamo prima in testa e poi negli occhi: capelli tuoi o parrucca? Io sono l’unica con i capelli miei, ancora.
Serie 1, post #5. Tra le piante
Ho tanti libri da leggere, carte da scrivere, una tavola da dipingere con gli acquerelli, musica da ascoltare, film da guardare, – senza considerare, poi, quel minimo di lavoro da sbrigare per non dire di aver smesso di lavorare. Ma niente: io ho voglia di stare in mezzo alle piante.
Serie 1, post #4. Pelgraz: la proteina che fa coraggio ai globuli bianchi
I globuli bianchi, si sa (si sa?), aiutano il nostro organismo a combattere le infezioni. Tuttavia, la chemioterapia citotossica, usata per distruggere senza pietà le cellule caratterizzate da una crescita rapida nei casi di tumori con elevato indice di proliferazione (KI67), fa strage di questi valorosi combattenti, e spesso può ridurli al silenzio. Ma niente panico: c’è Pelgraz.
Serie 1, post #3. Il primo giorno di chemio
Ci voleva una camicia nuova, di quelle che prima non mi sarei mai messa addosso. Vivace, fastidiosa, consistente nella presenza di rosso su bianco – bianco di tessuto, bianco di pelle, bianco di mascherina, bianco d’ospedale, bianco di sudario, – per affidarsi ai contrasti. Ci volevano anche calzini nuovi e giusti, ben ispirati.
Serie 1, post #2. Faccia nuova
Tagliati i capelli, è ora di cominciare a provare facce nuove, per fare conoscenza. Una dermopigmentazione delle sopracciglia per controbattere con fierezza alla loro caduta annunciata.
Prove di turbanti, e legature ancora tutte da migliorare con la pratica. Grossi, esuberanti orecchini di merletto per rassicurare il collo imbarazzato, ora sguarnito di capelli.