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L’intervento di mastectomia è stato martedì 24 ottobre 2023.

Due parole semplici e importanti:

  • “Grazie” a chi mi ha scritto in questi ultimi due giorni per chiedermi come stavo.
  • “Scusa” a chi non ha ancora ricevuto risposta o l’ha ricevuta striminzita.

Sono affaticata e l’uso del mio braccio destro, per ora, è minimo. Posso però tenere in mano un calice di vino.

In breve

L’intervento è andato bene e sono già a casa, con tutti i miei drenaggi al seguito: inquietanti e ridicoli, dunque perfetti per Halloween.

La mia tetta destra è visivamente integra, il capezzolo è salvo, e ho una protesi interna con tanto di numero di serie e tesserino identificativo da tenere nel portafoglio.

Il linfonodo sentinella, invece, aveva iniziato la sua marcia verso altri obiettivi, quindi è stato rimosso e giace ora in un congelatore del San Raffaele di Milano in attesa di essere esaminato.

Conserverò con gentilezza e compassione la cicatrice che mi percorre dall’ascella all’areola: è mia, è bella, e racconta una parte della mia storia.

Un ricordo

Potrei dire che ricordo molti attimi spiacevoli di questi ultimi giorni, e sarebbe vero, invece dirò che ne ricordo uno molto bello, ed è altrettanto vero.

È il ricordo del momento in cui, ancora sveglia e lucida, sono stata portata in una sala operatoria bianchissima e scintillante dove almeno dieci persone stavano lavorando per preparare il mio intervento.

C’era un’atmosfera rilassata, da ritrovo fra amici al bar. Una voce maschile, da qualche parte nella stanza, mi ha chiesto se mi piacesse la musica.
«A chi non piace?», ho risposto io, sempre pedante pure sdraiata su un letto operatorio. Allora mi è stato chiesto che tipo di musica avrei voluto ascoltare in quel momento.
«Jazz», ho risposto io.
La voce si è incuriosita nel tono e mi ha chiesto di nuovo: «Jazz tipo?».
«Jazz tipo Billie Holiday», ho detto.

Poco dopo, qualcuno ha messo In My Solitude. Mi ricordo di aver ridacchiato, un po’ perché ero contenta e stupita, un po’ perché mi sembrava di essere in un film distopico.

L’ultima cosa che ricordo è un misto di luce bianca, rumori metallici, una mia specie di tristezza sorridente, e qualcuno che fischiettava questa canzone.