Giorno zero
Non ho potuto donare i miei capelli a una delle molte ONLUS a sostegno delle donne operate al seno, perché avevano le mèches e non erano abbastanza lunghi. Allora mi adopero in un altro modo, il mio modo: scrivere e raccontare.
Con me c’era la mia amica Enrica, testimone della mia vita, di ogni mio giorno luminoso, di ogni mia sciagura e di ogni mio sbaglio. Mi ha tenuto la mano, come sempre, mentre io lasciavo andare i miei capelli e, con essi, qualcos’altro di me e della mia vita di prima.
Ringrazio Gabriele di Castelli Parrucchieri per la delicatezza e la pazienza. Ha fatto un ottimo lavoro e, se io adesso sono a disagio quando mi guardo allo specchio, non è mancanza sua: è difetto del mio sguardo, che non sa ancora accogliere il cambiamento.
Fra pochi giorni avrò in corpo il mio primo ciclo di “roba forte”, e non mi sforzo di essere pronta: non lo è nessuno, prima di iniziare una chemioterapia.
I capelli che oggi ho tagliato, cadranno presto sotto i colpi del carboplatino. Poi ricresceranno, diversi, e io avrò una faccia nuova, nuova ancora, e poi ancora.
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”
(Antoine-Laurent de Lavoisier)